Libertà è...partecipazione: un esempio di scuola di tutti e per tutti
- Rosa Maria Pacella
- 17 giu 2017
- Tempo di lettura: 1 min

È stato veramente un esempio di scuola inclusiva. Ogni alunno ha partecipato alle varie attività, presentate la sera dello spettacolo, utilizzando le proprie risorse cognitive. Lo sfondo integratore del progetto era riferito alle parole chiave legalità e inclusione. La didattica laboratoriale è stata scelta come strategia metodologica per dare voce a tutti gli alunni. Lavorare in gruppo e per classi aperte è stata la metodologia prevalentemente utilizzata.
Gli alunni si sono anche autovalutati esprimendo giudizi positivi in merito al clima della classe definendolo armonico, empatico, conviviale e stimolante. I ragazzi delle prime classi, dopo aver letto libri e riscritto storie, le hanno raccontate e rappresentate sotto forme diverse: il processo e le scene di vita scolastica. Il processo al bullismo ha evidenziato le loro capacità creative, critiche e argomentative. Gli alunni di terza hanno cantato e parafrasato il testo della canzone di Gaber. Le loro idee sulla libertà, sulle regole del vivere civile, sulla legalità sono state pensate e scritte su cartelloni.
I ragazzi di seconda, come dei veri e propri registi, hanno ideato degli spot pubblicitari su prodotti immaginari dimostrando di possedere competenze digitali, artistiche e linguistiche di alto livello. Tutti gli alunni, con cartoncini scritti in inglese, hanno illustrato la storia di Megan Meier vittima di cyberbullismo. In un’atmosfera di pura magia si sono esibiti ballando sulle note di “On écrit sur les murs”, una canzone dell’Unicef che parla di solidarietà e integrazione.
La spontaneità, la passione e l’emozione sono state trasmesse al pubblico che è tornato a casa con il cuore caldo e gli occhi lucidi di allegria.
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